MONIKA DOBROWOLSKA INCONTRA GLI STUDENTI DEL LICEO VITTORIA COLONNA

“Se direte no alla mafia, questa cesserà di esistere”

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da Segreteria

del lunedì, 22 aprile 2024

Continuano, al Liceo Vittoria Colonna di Arezzo, gli incontri previsti dal progetto titolato I ragazzi sono estranei alla Mafia, realizzato e organizzato per gli studenti delle scuole superiori dall’ Associazione L’Arte di Apoxiomeno, in sostegno e promozione della legalità e della lotta contro la criminalità organizzata.

Dopo gli interventi di Rosaria Costa e del Prefetto Mario Mori con il Col. De Donno, protagonista di questo terzo intenso appuntamento con gli alunni dell’istituto è stata Monika Dobrowolska, moglie di Roberto Mancini, il poliziotto che scoprì per primo e denunciò la tragica realtà della Terra dei Fuochi; lui stesso ne fu vittima, morendo, il 30 aprile 2014, per un Linfoma non- Hodgkin, un tumore al sangue, causato dalle sostanze tossiche che continuano ad avvelenare la Campania e molti altri territori della Nazione. 

Gli studenti delle classi VC, VB, IV E, II L e II V hanno avuto l’occasione, martedì 16 aprile 2024, di ascoltare la testimonianza della vedova Mancini, visibilmente commossa nel raccontare la vicenda del marito, e di assistere alla proiezione di estratti di documentari sull’ecomafia e le sue conseguenze.

 

Roberto Mancini, soprannominato "il poliziotto comunista" o "il poliziotto con il Manifesto", per i suoi ideali di estrema sinistra, ha dedicato tutta la sua vita all'impegno per la giustizia sociale. Iniziò a indagare sul clan camorrista dei casalesi e il disastro ambientale provocato dai loro traffici illeciti nel 1994, realizzando un’informativa dettagliata, destinata, però, a restare chiusa e dimenticata in un cassetto della Procura di Napoli, a cui era stata consegnata, per ben 15 anni. Solo nel 2011, il pubblico ministero Alessandro Milita, della Dda di Napoli, ritrovò la documentazione e le diede la giusta importanza.

Purtroppo, Mancini ha perso la vita, nella sua battaglia per la giustizia. Insieme a tanti innocenti, soprattutto bambini, è diventata la vittima sacrificale necessaria perché si facesse luce sulla drammaticità dei fatti, si risvegliassero le coscienze e si procedesse con gesti concreti.

Colpevole di questo disastro ecologico e umanitario non è solo la mafia, ma anche la connivenza di gente comune, dall’umile contadino all’imprenditore benestante, la complicità dello Stato, l’omertà di tutti.

La lotta alla criminalità organizzata e la sua definitiva estinzione sarà possibile solo vincendo la paura e camminando sempre a testa alta, forti dei propri valori e ideali, così come Roberto Mancini ha insegnato, con l’esempio, a sua figlia Alessia, che, oggi, a 23 anni, sogna di vestire la sua stessa divisa, portata con onore e abnegazione.

È chiaro, dunque, il ruolo cruciale che abbia l’educazione, nel formare gli onesti cittadini di domani e l’iniziativa che sta avendo luogo al Liceo Vittoria Colonna punta proprio a questo. I giovani sono la speranza per il futuro; in loro bisogna riporre ogni aspettativa per un mondo più pulito, più giusto, per un mondo migliore.

Continuano, al Liceo Vittoria Colonna di Arezzo, gli incontri previsti dal progetto titolato I ragazzi sono estranei alla Mafia, realizzato e organizzato per gli studenti delle scuole superiori dall’ Associazione L’Arte di Apoxiomeno, in sostegno e promozione della legalità e della lotta contro la criminalità organizzata.

Dopo gli interventi di Rosaria Costa e del Prefetto Mario Mori con il Col. De Donno, protagonista di questo terzo intenso appuntamento con gli alunni dell’istituto è stata Monika Dobrowolska, moglie di Roberto Mancini, il poliziotto che scoprì per primo e denunciò la tragica realtà della Terra dei Fuochi; lui stesso ne fu vittima, morendo, il 30 aprile 2014, per un Linfoma non- Hodgkin, un tumore al sangue, causato dalle sostanze tossiche che continuano ad avvelenare la Campania e molti altri territori della Nazione. 

Gli studenti delle classi VC, VB, IV E, II L e II V hanno avuto l’occasione, martedì 16 aprile 2024, di ascoltare la testimonianza della vedova Mancini, visibilmente commossa nel raccontare la vicenda del marito, e di assistere alla proiezione di estratti di documentari sull’ecomafia e le sue conseguenze.

 

Roberto Mancini, soprannominato "il poliziotto comunista" o "il poliziotto con il Manifesto", per i suoi ideali di estrema sinistra, ha dedicato tutta la sua vita all'impegno per la giustizia sociale. Iniziò a indagare sul clan camorrista dei casalesi e il disastro ambientale provocato dai loro traffici illeciti nel 1994, realizzando un’informativa dettagliata, destinata, però, a restare chiusa e dimenticata in un cassetto della Procura di Napoli, a cui era stata consegnata, per ben 15 anni. Solo nel 2011, il pubblico ministero Alessandro Milita, della Dda di Napoli, ritrovò la documentazione e le diede la giusta importanza.

Purtroppo, Mancini ha perso la vita, nella sua battaglia per la giustizia. Insieme a tanti innocenti, soprattutto bambini, è diventata la vittima sacrificale necessaria perché si facesse luce sulla drammaticità dei fatti, si risvegliassero le coscienze e si procedesse con gesti concreti.

Colpevole di questo disastro ecologico e umanitario non è solo la mafia, ma anche la connivenza di gente comune, dall’umile contadino all’imprenditore benestante, la complicità dello Stato, l’omertà di tutti.

La lotta alla criminalità organizzata e la sua definitiva estinzione sarà possibile solo vincendo la paura e camminando sempre a testa alta, forti dei propri valori e ideali, così come Roberto Mancini ha insegnato, con l’esempio, a sua figlia Alessia, che, oggi, a 23 anni, sogna di vestire la sua stessa divisa, portata con onore e abnegazione.

È chiaro, dunque, il ruolo cruciale che abbia l’educazione, nel formare gli onesti cittadini di domani e l’iniziativa che sta avendo luogo al Liceo Vittoria Colonna punta proprio a questo. I giovani sono la speranza per il futuro; in loro bisogna riporre ogni aspettativa per un mondo più pulito, più giusto, per un mondo migliore.